lunedì 10 novembre 2014

Tiri, coglionazzo



Quando si parla di cinema comico italiano, e in particolare dei personaggi che lo hanno reso grande, il pensiero corre subito al ragionier Ugo Fantozzi, immortalato sullo schermo da Paolo Villaggio.




Personaggio nato nel 1968 nella trasmissione "Quelli della domenica", inizialmente presentato in una serie di monologhi di Villaggio per poi diventare un libro di grandissimo successo al quale seguiranno poi altri volumi tutti scritti da Paolo Villaggio, e addirittura una serie a fumetti edita sul Corriere dei Piccoli.


Nel 1975 il personaggio approda al grande schermo, interpretato dal suo ideatore (anche se Villaggio era restio a interpretarlo e accettò la parte dopo i rifiuti di Renato Pozzetto e Ugo Tognazzi) per la regia di Luciano Salce (che dirigerà anche il secondo capitolo prima di passare la direzione a Neri Parenti).

Calboni e Filini, comprimari storici di Fantozzi
Il film consacrà diverse icone del cinema comico italiano, in primis il Ragionier Fantozzi, prototipo dell'italiano medio goffo, insoddisfatto e arrivista, per proseguire con il ruffiano e vanitoso Calboni, Filini, la moglie Pina (Lui Bosisio e poi Milena Vukotic) e la Signorina Silvani, tutte maschere assolutamente reali e credibili di italiani medi con i loro vizi e virtù che lo stesso Villaggio aveva conosciuto bene prima di descriverle nei suoi spettacoli.
 E veniamo a quello che personalmente considero il segmento piu riuscito del primo film, ossia la gara di biliardo tra Fantozzi e il Conte Catellani (una delle ultime interpretazioni di Umberto D'Orsi).
Il cattivissimo Cavaliere Conte Catellani viene promosso Gran Maestro dell'Ufficio Raccomandazioni, e ci delizia immediatamente con una delle sue massime.

Lezione di vita
E se ce lo dice uno che viene dalla gavetta e che si è fatto un mazzo così possiamo fidarci.
E ovviamente tutti gli impiegati (la parodia dell'italiano medio) si dimostrano estremamente arrivisti, non lesinando servilismi e ruffianaggine verso il potentissimo Catellani.


Il punto di svolta si ha quando si scopre che Catellani è un amante del biliardo, e che tutti i dipendenti vengono promossi dopo aver perso un numero imprecisato di partite. Si distingue Calboni, ex campione di carambola in gioventù, che ha addirittura il privilegio di entrare nell'ufficio di Catellani quando la luce rossa del Direttore è accesa.
Fantozzi è combattuto sul da farsi, e anche se davanti alla moglie Pina tenta di preservare un minimo di orgoglio, decide di prendere lezioni di biliardo, simulanto una tresca come alibi, scusa che ovviamente non reggerà.
Fantozzi viene notato da Catellani e invitato a giocare a casa sua, e con questa mossa Catellani risolve il sabato sera degli impiegati.


La partita di biliardo a casa del Conte Catellani è un perfetto esempio di satira sociale operata da Paolo Villaggio.Il direttore arrogante e irrispettoso che umilia il sottoposto facendosi bello con gli impiegati e Fantozzi, italiano medio, che accetta tutte le umiliazioni, sia per paura che per una convenienza, fino a quando, guardando le lacrime della moglie, trova dentro di se un barlume di orgoglio, riuscendo a vincere la partita e a prendersi una piccola rivincita su tutti.
E anche a farsi una fuga romantica con la bella mamma del direttore, ma son dettagli..


Quale è il significato di questa scena? La rivincita dell'italiano medio, che per una volta ritrova orgoglio e dignità per reagire ai soprusi di chi si trova piu in alto di lui. Un messaggio importantissimo questo, la dignità e l'orgoglio non hanno prezzo e non devono essere svenduti per niente.
E questa cosa dovremmo ricordarla piu spesso.



Alla prossima
Marco

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