domenica 2 novembre 2014

Zerocalcare - Dimentica il mio nome e Dylan Dog 338



Ormai è innegabile che Zerocalcare abbia sfondato.
Sono passati 2 anni da "Un Polpo alla Gola" e l'autore romano ha visto la sua popolarità schizzare sempre di piu verso le stelle, producendo altri 3 volumi, una collaborazione con la rivista Wired e una copertina variant per il fumetto dei Guardiani della Galassia.
E, puntualmente sotto Lucca Comics, arriva l'ultima opera di Zero intitolata "Dimentica il mio nome".
Il volume (a differenza degli altri lavori di Zero) è presentato in un edizione curatissima, con copertina rigida, molto piu simile a un vero e proprio libro che a un fumetto.


La trama in sintesi: Muore la nonna di Zerocalcare e quest'ultimo si accorge di non averla mai conosciuta davvero, ma proprio a causa della sua morte lui e la madre sono costretti ad affrontare i fantasmi del passato.
Come tutta la produzione di Zero, anche questa ha una fortissima componente autobiografica, che tocca un argomento che tutti, chi piu e chi meno, hanno dovuto affrontare nel corso della vita. Forse è un argomento "facile", nel senso che è molto semplice entrare in empatia con il lettore toccando un tasto come la morte di un membro della famiglia.
La storia si divide in due parti, la prima dove Zero racconta a Secco le origini della sua famiglia e la seconda parte che prende il via dopo il funerale della nonna.


La storia nella prima parte regge bene. Non ha tanto ritmo (ma dato l'argomento non era richiesto) ed è intervallata dalle ormai famose citazioni pop di Zerocalcare, che non sono invasive e sono funzionali alla storia (la citazione di Game Of Thrones per esempio è bellissima), mentre la seconda parte diventa troppo confusa, Zero perde il filo della storia e lo perde di conseguenza anche il lettore, e il grosso difetto di Zerocalcare esplode al massimo: il troppo divagare.
Io capisco che il personaggio Zero è un personaggio fatto di tic, complessi e insicurezze ma quando queste cose prendono troppo spazio nella storia (che iniziava gia a incartarsi di suo) hanno come unico risultato quello di confondere il lettore (che poi è il grave problema di Dodici, oltre al poco mordente della storia) e di non fargli capire bene quello che succede.


Quindi, è un brutto lavoro? No, assolutamente. Migliore di Dodici (non che ci volesse tanto), forse venuto peggio di Un Polpo alla Gola ma comunque una bella prova di maturità di Zero, che riesce a reggere un racconto parecchio lungo. Limando leggermente le divagazioni il ragazzo non puo che migliorare.


Il primo numero del nuovo corso (facciamo finta che la trollata del mese scorso non esista) inizia con uno shock per i lettori di Dylan: il pensionamento di Block, che finalemnte va in pensione dopo averla desiderata per anni, con il risultato di spiazzare Dylan Dog, che è alle prese con un caso di morti che non muoiono, letteralmente.


Un passo avanti rispetto al brutto numero precedente.
I disegni di Bruno Brindisi sono ottimi ma la storia fatica molto ad ingranare e sembra quasi un contorno rispetto al pensionamento di Bloch, senza contare un tremendo spiegone finale che uccide tutto il ritmo.
Quindi la rivoluzione di Dylan è fallita? No, anche perchè ci vorrà del tempo per decretare il flop o il successo dell'operazione, ma si puo tranquillamente dire che non si è assolutamente partiti con il piede giusto nonostante annunci roboanti e atteggiamenti supponenti.
Occorre decisamente cambiare passo, e velocemente.

Alla prossima
Marco

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